martedì 2 giugno 2015

Una pratica non violenta (Gandhi)

20 settembre – IndiaGandhi inizia in prigione il suo primo sciopero della fame.

Il primo marchese di WillingdonFreeman-Thomassuccede a Lord Irwing e da inizio a una nuova campagna di repressione contro i nazionalisti, Gandhi viene di nuovo arrestato.
Freeman-Thomas si fa interprete di una linea politica assai rigida nei confronti dei nazionalisti indiani e tenta di ridurre l'influenza del Mahatma isolandolo completamente dai suoi partigiani. La strategia si rivela fallimentare. Nel 1932, quando è ancora rinchiuso nella prigione di Yeravda, Gandhi intraprende un digiuno ad oltranza per protestare contro il provvedimento del governo MacDonald che istituisce elettorati separati per gli intoccabili. A questo scopo è disposto a concedere a B. R. Ambedkar, rappresentante degli intoccabili, più seggi di quanti gliene avessero concessi gli inglesi. Dopo sei giorni di digiuno, quando Gandhi rischia di morire, insieme ad Ambedkar giunge ad un nuovo accordo (Patto di Yeravda) ed il governo britannico revoca il provvedimento precedente.
Mahatma Gandhi
Gandhi praticò spesso dei lunghi periodi di digiuno, che poneva essenzialmente nell'ambito spirituale come un mezzo per distaccarsi sempre più dalla realtà terrena del corpo, analogamente alla castità e alla semplicità di vita. Infatti egli credeva che il digiuno, ma più in generale il controllo nell'assunzione di cibo, portasse all'aumento del controllo dei sensi, indispensabile per un'ascesi spirituale. Il digiuno era anche utilizzato come un'arma politica. Come tale era anche inserito tra i mezzi che il rivoluzionario nonviolento poteva utilizzare per portare avanti la sua causa.



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